Rete Natura 2000 in  Regione Emilia Romagna

 

La rete Natura 2000 consiste nell'insieme delle aree individuate in base alla Direttiva comunitaria 'Habitat', i cosiddetti Siti di Importanza Comunitaria e di quelle designate come 'Zone di Protezione Speciale' in base alla Direttiva 'Uccelli'.

L'obiettivo strategico è quello della conservazione e dell'uso Casella di testo:  sostenibile della biodiversità, patrimonio comune da trasmettere intatto alle generazioni future. 

L'Emilia-Romagna è un territorio inserito, dal punto di vista biogeografico, al margine meridionale della regione europea continentale, a contatto con la regione mediterranea.

Nel corso del tempo sono stati messi a punto strumenti generali e locali di pianificazione che individuano e tutelano le aree più importanti dal punto di vista biologico ed ecologico. Sono state istituite e sono attive numerose aree protette (parchi e riserve naturali); nell'area di pianura, la più povera dal punto di vista ecologico, i Comuni possono riconoscere 'Aree di riequilibrio ecologico', veri e propri serbatoi di diversità biologica.

Questo quadro di riferimento è stato la base di partenza per l'individuazione delle aree da proporre come Siti di Importanza Comunitaria.

Il sistema di aree individuate quindi può essere considerato rappresentativo della situazione regionale, comprendendo tutte le aree di maggior importanza e tra loro molto diverse dal punto di vista ecologico. Sono infatti presenti le aree costiere, con il loro ricco patrimonio di litorali, dune sia giovanili che continentali, pinete dunali, lagune, zone umide d'acqua dolce, praterie umide.

Nella pianura sono stati individuati i più importanti esempi di fontanili e di zone umide, alcune ampliate di recente grazie all'utilizzo dei fondi comunitari dedicati all'agricoltura.

La collina, che dal punto di vista quantitativo e qualitativo ospita livelli elevatissimi di biodiversità, è rappresentata da numerose aree con praterie aride e mesiche, rupi e rocce di diversa natura geologica (ofioliti, arenarie, gessi).

La montagna è caratterizzata da vaste foreste e dagli ambienti culminali ad elevata naturalità, con vaccinieti, piccole zone umide, praterie.

Un discorso a parte meritano i fiumi, che costituiscono linee continue nel territorio e sono un mosaico di habitat preziosi e non solo umidi; attraversano e connettono territori anche compromessi dal punto di vista ambientale; ospitano specie animali altrove scomparse e sono potenti e note vie di migrazione degli uccelli. Sono anche ambienti molto esposti e minacciati.

Allo stato attuale sono individuate nel territorio regionale 105 aree con habitat e specie della Direttiva Habitat e che quindi possiedono le caratteristiche per poter essere riconosciute come Siti di Importanza Comunitaria, per una superficie complessiva di 270.000 ettari.

Sono state in varie riprese designate 42 Zone di Protezione Speciale  per una superficie di 98.000 ettari.

Ora la questione cruciale è quella della gestione della fase di salvaguardia, in attesa delle decisioni della Commissione delle Comunità Europee. Si tratta cioè di mantenere nelle migliori condizioni le aree individuate e di applicare le norme - in verità piuttosto deboli - che prevedono di effettuare una valutazione di incidenza dell'intervento proposto sulle caratteristiche del sito.

Sono perciò state informate le Province e gli Enti di gestione delle aree protette, ritenendo che l'informazione sia decisiva per garantire i migliori risultati. E' in progetto anche un corso di formazione per il personale delle Amministrazioni, in modo da mettere a punto metodi uniformi e condivisi di azione. Sono infine stati presentati numerosi progetti LIFE-natura che permettono di sostenere finanziariamente azioni positive per i siti.

La prospettiva va costruita con grande attenzione e determinazione, proseguendo nelle azioni intraprese, formando o rafforzando strutture tecniche qualificate nelle amministrazioni, mettendo a punto strumenti di monitoraggio in continuo per misurare lo stato di salute delle aree della rete Natura 2000.

Anche la messa a punto di schemi di gestione diviene sempre più urgente. La Regione Emilia-Romagna ha già stabilito che - nel caso in cui il sito sia un'area protetta - la gestione sia affidata all'Ente che già gestisce l'area protetta. Tuttavia nei casi in cui ciò non avvenga è fondamentale un'azione di lungo periodo basata sulla condivisione, la responsabilizzazione e il coinvolgimento del tessuto sociale del territorio interessato.

I 'piani di gestione' previsti dalla Direttiva dovranno tener conto del patrimonio naturale, le specie e gli habitat, della loro migliore conservazione nel tempo; e quindi dei fattori di minaccia e di quelli che invece sostengono equilibri favorevoli.

Perché la conservazione della diversità biologica è dovere e interesse di tutti; è questo il messaggio strategico della Direttiva Habitat. Alla rete delle Amministrazioni spetta non solo il compito di fissare il quadro delle regole e delle procedure, ma anche quello di progettare il futuro, individuando fin da oggi le azioni utili e le risorse culturali, sociali e scientifiche disponibili.